Avevo da tempo il sospetto che le vere fashion victim fossero i designer, ovvero chi la moda la crea e non chi la indossa o aspira a farlo. Lo sospettavo da quando, sulla spinta di industrie e brand di moda che sono diventate multinazionali quotate nelle principali piazze borsistiche mondiali e la distribuzione si è fatta, come si dice, “globale”, il numero di collezioni si è moltiplicato da due-quattro all’anno, nel caso di brand rivolti sia al pubblico maschile sia a quello femminile, a una al mese. Le collezioni vere e proprie, quindi i “revamp”, le cruise e le pre-collezioni, che sebbene siano spesso e davvero delle mini-serie di abiti, o delle anticipazioni delle collezioni già disegnate e pronte per la passerella, tengono comunque il direttore creativo impegnato costantemente nella produzione.............
A queste condizioni, disse anni fa Valentino, è impossibile viaggiare, fare ricerca, anche solo fermarsi a riflettere, che sono tutte condizioni indispensabili perché la creatività rimanga viva, e il carattere di chi questa creatività è chiamato ad esercitarla stabile. Pochi giorni fa, negli stessi giorni in cui la maison Dior licenziava John Galliano per gli insulti antisemiti rivolti in diverse occasioni agli avventori dello stesso bar che lui stesso frequenta, e il direttore creativo di Balmain, Christophe Decarnin, veniva ricoverato per eccessivo stress, dimostrano che la pressione esercitata su ogni fronte su personalità spesso già molto sensibili, dunque fragili, inizia a diventare con ogni probabilità eccessiva. La storia della moda ricorda pochissimi casi di depressioni irreversibili, Paul Poiret per esempio, e un solo esaurimento nervoso drammatico, quello di Yves Saint Laurent quando fu costretto ad arruolarsi durante la guerra franco-algerina. La storia recente ne annovera un numero impressionante: “Ero diventato un recluso, un isolato” racconto Tom Ford a Vogue America al momento dell’uscita dal gruppo Gucci: “Ero costantemente impegnato a produrre risultati e denaro per il mio gruppo”. In questi sette anni, Tom Ford ha realizzato una linea di make up per Estée Lauder, una di occhiali, un marchio di abbigliamento semi-couture da uomo e una prima collezione donna. Ha anche prodotto, sceneggiato e diretto un film certo non eccelso, ma che ha conunque vinto un Oscar: insomma, non si potrebbe dire che abbia semplicemente goduto le favolose stock option accumulate o la clamorosa buonuscita. Eppure, per i ritmo che ha assunto la moda, sembra abbia trascorso questo settennato in ozio.
A queste condizioni, disse anni fa Valentino, è impossibile viaggiare, fare ricerca, anche solo fermarsi a riflettere, che sono tutte condizioni indispensabili perché la creatività rimanga viva, e il carattere di chi questa creatività è chiamato ad esercitarla stabile. Pochi giorni fa, negli stessi giorni in cui la maison Dior licenziava John Galliano per gli insulti antisemiti rivolti in diverse occasioni agli avventori dello stesso bar che lui stesso frequenta, e il direttore creativo di Balmain, Christophe Decarnin, veniva ricoverato per eccessivo stress, dimostrano che la pressione esercitata su ogni fronte su personalità spesso già molto sensibili, dunque fragili, inizia a diventare con ogni probabilità eccessiva. La storia della moda ricorda pochissimi casi di depressioni irreversibili, Paul Poiret per esempio, e un solo esaurimento nervoso drammatico, quello di Yves Saint Laurent quando fu costretto ad arruolarsi durante la guerra franco-algerina. La storia recente ne annovera un numero impressionante: “Ero diventato un recluso, un isolato” racconto Tom Ford a Vogue America al momento dell’uscita dal gruppo Gucci: “Ero costantemente impegnato a produrre risultati e denaro per il mio gruppo”. In questi sette anni, Tom Ford ha realizzato una linea di make up per Estée Lauder, una di occhiali, un marchio di abbigliamento semi-couture da uomo e una prima collezione donna. Ha anche prodotto, sceneggiato e diretto un film certo non eccelso, ma che ha conunque vinto un Oscar: insomma, non si potrebbe dire che abbia semplicemente goduto le favolose stock option accumulate o la clamorosa buonuscita. Eppure, per i ritmo che ha assunto la moda, sembra abbia trascorso questo settennato in ozio.
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